ABC delle emozioni

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Conoscere e capire le proprie emozioni e le sensazioni fisiche correlate è il primo passo per conoscere e accettare se stessi. E’ capitato a tutti di arrossire e di vergognarsi di ciò, ma dopo un’analisi attenta dell’accaduto sicuramente ognuno di voi avrà dato un significato e un nome a quel rossore, associando i pensieri alle reazioni del corpo e dando voce alle emozioni. L’alfabetizzazione emotiva è fondamentale per condurre una vita serena e analizzare i segnali che il nostro corpo ci invia. Decifrare le emozioni che si provano, dare loro un nome, imparare a esprimerle e a capire da quali situazioni sono state prodotte, per poi gestirle, permette di mantenere un perfetto equilibrio tra mente e corpo.
Tutto ciò oggi dovrebbe essere insegnato, come s’insegna ai bambini a parlare, camminare e mangiare, bisognerebbe insegnare loro l’abc delle emozioni. Nella psicologia contemporanea le emozioni sono considerate come un processo di modificazioni fisiologiche, cognitive e comportamentali, in risposta a una situazione stimolo che è percepita dal soggetto come importante per il mantenimento del proprio equilibrio e benessere. Teorie più recenti associano le emozioni al “movimento” giacché queste permettono il cambiamento rispetto a uno stato d’immobilità iniziale. Non a caso nella nostra cultura per esprimere le emozioni sono utilizzati alcuni modi di dire, tra cui: saltare di gioia, paralizzato dalla paura, ecc.
Secondo Paul Ekman, noto psicologo statunitense, esistono sei emozioni primarie, universalmente riconosciute e sono: felicità, sorpresa, disgusto, rabbia, paura e tristezza e altre che derivano dalla combinazione delle prime. La loro funzione principale consiste nel permettere all’individuo una pronta reazione in situazioni in cui dalla risposta dipende la sopravvivenza. In effetti, se vediamo la persona dinanzi a noi guardare dietro le nostre spalle con un’espressione di terrore, la nostra reazione sarà sicuramente quella di girarci pronti alla fuga. Un’altra funzione delle emozioni è sicuramente quella relazionale- autoregolativa. Le emozioni comunicano agli altri le proprie reazioni a un evento e portate alla coscienza offrono al soggetto uno strumento per capire se stesso.
Se ci siamo invaghiti, qualcuno ci ha offeso o siamo nervosi ma non vogliamo darlo a vedere a poco servono le parole, il nostro stato d’animo si manifesterà principalmente attraverso i nostri quarantasei muscoli facciali grazie all’attivazione inconscia di particolari circuiti nervosi involontari. Per questo motivo è impossibile negare completamente l’espressione di un’emozione. Inutile fingere quindi, ciò che proviamo è sempre visibile, piuttosto è necessario rassegnarsi e accettare le proprie emozioni poiché la repressione di queste ci indurrebbe degli effetti collaterali molto gravi, quali: indifferenza, disinteresse, inattività; comportamenti a rischio per se stessi e per gli altri, disturbi della memoria e del giudizio; difficoltà relazionali, comportamenti inappropriati in società.
Alcuni studi neurofisiologici hanno dimostrato che le emozioni sono pane per le nostre sinapsi che aumentano il potenziale cerebrale, più ci si abbandona alle emozioni e meno il cervello s’inaridisce. Inoltre, sappiamo bene che quando un’emozione è a lungo ignorata e repressa, il nostro corpo si ribella provocando spesso disturbi quali: ansia eccessiva, stress, agitazione e in casi estremi particolari forme di schizofrenia e depressione. Quindi perché non vivere le proprie emozioni? Oscar Wilde in uno dei suoi testi più famosi, il ritratto di Dorian Gray, scriveva: “Non voglio essere in balia delle mie emozioni. Voglio servirmene, goderle e dominarle”.
Imparate a gestire le vostre emozioni tenendo sotto controllo quelle negative e avendo cura di quelle che sono a fondamento della vita sociale.