Mandala da colorare. Il potere dei colori contro lo stress quotidiano

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“Màndala” è una parola curiosa, molto simile a una forma verbale composta dell’italiano, ma che definisce una tradizione particolarissima, tutta orientale: i mandala sono infatti delle specie di grandi mosaici di sabbia, labirinti intricatissimi di forme geometriche, intrecci mistici di linee e colori, creati dai monaci buddhisti, alla ricerca di una crescita spirituale. La parola “mandala”, infatti, si può tradurre dal sanscrito in “contenere l’essenza”; si tratta di una antichissima credenza veda (una delle tante vie dell’induismo), che identifica nel “cerchio” – a volte si traduce semplicemente così – il segreto di fondazione del cosmo. Il risultato dell’incredibile lavoro di stendere finemente la sabbia non è soltanto uno spettacolo per la vista, bensì l’espressione superficiale di un viaggio interiore. Il vero significato di queste opere risiede, per l’appunto, nella loro effimerità: i mandala vengono distrutti poco dopo essere stati completati, proprio a sottolineare come la bellezza delle cose terrene, per quanto possa apparire imponente, non è altro che un castello di carte che può essere spazzato via al primo soffio di vento e che, a maggior ragione, il vero “cerchio” è da cercarsi dentro di noi.

Il Lama Dagchen Rinpoche, con in mano un vajra, mentre disegna le linee di chiusura dell'Hevajra Mandala, Monastero Buddista Tibetano di Tharlam, Boudha, Kathmandu, Nepal (2009)
Il Lama Dagchen Rinpoche, con in mano un vajra, mentre disegna le linee di chiusura dell’Hevajra Mandala, Monastero Buddista Tibetano di Tharlam, Boudha, Kathmandu, Nepal (2009)

Questa dunque, e lo si è sottolineato, è una tradizione tutta orientale, di quella zona del mondo la cui filosofia sempre ci affascina e mai ci risulta appieno comprensibile. Eppure è proprio a partire dalla concentrazione necessaria a portare a termine un disegno come questo che si è sviluppato, recentemente, un nuovo modo di aiutare le persone a combattere lo stress causato dalla frenesia della vita di ogni giorno, che continua ad essere sempre più difficile da affrontare. In questo caso il mandala è stato unito al potere dei colori, per stimolare la concentrazione – se non la meditazione – ed alleviare le fatiche della nostra mente stressata. La “terapia” dei colori non è di certo una novità, dagli studi sul colore migliore per dipingere le pareti della propria casa alle “docce colorate” dei centri benessere, ma l’associazione con il disegno è sempre stata relegata all’età infantile o all’arte – quanto mai lontana dalla vita quotidiana. Stare al silenzio, o con della musica rilassante, concentrandosi sui minuscoli dettagli geometrici di un disegno è senza dubbio – provato da chi scrive – riposante e distensivo: consigliatissimo anche per chi non riesce a trovare un momento per stare con se stesso e riflettere, cosa per cui è oggettivamente utilissimo.

Non poteva certo essere una sorpresa, pertanto, il successo commerciale di questa tecnica, che alcuni chiamano “art therapy”: da qualche mese “album da colorare” che non sono (solo) per bambini si trovano ormai dappertutto, dalle librerie dei colossi editoriali nei centri commerciali ai più piccoli chioschetti degli edicolanti. La precisazione per i bambini è d’obbligo, dal momento che si trovano album apposta per loro, sulla scia di quella tendenza di cui sopra a considerare puerile l’atto del “colorare”. E non ci sono solo cerchi e disegni geometrici ispirati alla tradizione Hindu, ma innumerevoli soggetti (fiori, animali, oggetti) reinterpretati a mo’ di mosaico, al fine di stimolare il rilassamento mentale. Oltre ai libri in commercio, a prezzi tutto sommato abbordabili, si trovano su Internet esempi di mandala singoli, per “novellini” o per esperti, grandi e piccini, che possono essere stampati per avvicinarsi a questa tecnica. Non vi resta che procurarvi un mandala, raggiungere i vostri bambini e farvi prestare i loro pennarelli colorati!