Napoli Comicon 2013 – intervista a Lightning Farron Nietzsche

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(D. D.) Il cosplay: partito quasi come un gioco, una moda, è diventato sempre più un fenomeno di costume. Che cos’è, per te, essere un cosplayer?

Prima cosa significa avere tanta passione, che sia per i videogiochi, o per altri mondi che appartengono al fantasy. Dovrebbe essere poi solo un hobby, non un’ossessione. Fare cosplay è anche un’opportunità: è un qualcosa che può regalarti un’emozione, ad esempio quando sei su un palco, ma non è un fatto di esibizionismo o esclusivamente per vincere un premio. E’ per far vedere agli altri quanta passione hai e hai avuto nell’interpretare il personaggio. Anche nelle fiere, quando ti chiedono la foto, è una grande soddisfazione, perché riconosco il personaggio

(F. M.) Proprio su questa cosa, volevo farti una domanda. Iin genere si sceglie il cosplay in base alla propria personalità: perché hai scelto proprio di interpretare Lightning di Final Fantasy?

Perché mi ci trovo caratterialmente vicino. Siccome io non sono particolarmente brava a interpretare, non credo riuscirò mai a essere un personaggio che sorride sempre, e quindi ho optato per un personaggio nel quale mi ci rispecchio come personalità.

(D. D.) E’ l’unico personaggio che hai interpretato o ce ne sono altri?

Si, ce ne sono altri, ma sono in effetti di poca valenza perché in pratica ho fatto sempre lei. Nel futuro sicuramente non escludo di farne altri ma per adesso faccio solo lei.

(D. D.) Tu sei un’abituale frequentatrice del Comicon, ma anche di altre mostre e altri eventi. Qual è quello al quale partecipi con più piacere?

In Italia, il Lucca comics. All’estero, il primo che ho fatto, è stato il Japan Expo a Parigi, e trovo che sia la migliore fiera che ho visto fino a ora, sia come organizzazione che come ambientazione; è veramente ottima. Più che altro perché anche gli spazi tra gli stand sono molto più larghi, quindi anche i cosplayer particolarmente “ingombranti” possono passare tranquillamente.