Omaggio al capitano

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Il foglio bianco

Omaggio al Capitano

Erano ancora fanciulli nel Millennium bug
quelli che stanno costruendo una porta del tempo
nell’antica terra che non ebbe né fasti e né storia
ma solo una piazza-teatro deserta con il nome Seesen Harz.
La nostra impazienza fluisce a torrenti
troppo a lungo abbiamo taciuto e guardato in lontananza.
Arriva adesso un vento gagliardo che
vincerà su questa stanchezza mortale
e toccherà agli animali da tiro far penitenza.
A terra un simbolo, la rosa dei venti.
Passa il tramonto. Arriva la tramontana
poggiamo la prua fino alla rotta che si riempie la randa.
Stasera si omaggia il
mio capitano.
Spirito libero, padrone del deserto
che della tua gioventù ne hai fatto un inferno.
Tu che di quell’erba cattiva ne hai fatto una rosa.
Tu guerriero di latta che sfida il Golia
con corde tese come una fionda.
Tu Capitano
tu naufrago, che torni
a recuperare i suoi superstiti
e ci racconti la vita di auto-esiliati,
emarginati e reietti.
La tua vita è un’opera compiuta
tu morto
la tua luce è viva e cammina.
Lassù “dormono dormono sulla collina”
dove hai lasciato un palmo di terra della tua gioventù;
ma solo dove ci sono le tombe c’è resurrezione
dei persi e salvati.
Prendiamo posto per sognare nella piazza e rimanere svegli.
Al buio dell’arena battono le prime note
e noi troviamo il coraggio ad intonare la voce
come quel martello che batte rabbioso
contro la prigione e le parole volano come schegge di pietra;
l’atmosfera si colma di carica esplosiva
pronti a saltar fuori come se fosse
il nostro maggio.
Allumette Ouvrier di Bergerac