Parigi, tempio della creatività

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Parigi! Parigi! È la città dei desideri; è piena di sorprese, di meraviglie. S’apre al sogno, luminosa di fascini e di speranze! È la meta di tutti! È la sirena! Qui, tra la folla, è come camminare tra le dolcezze dei sognati incanti e la pace è travolta nell’ansia nuova del desiderare. Chi canticchiava questa celebre aria pucciniana ha sempre profuso delle verità. La panoramica che si gode dall’alto della Tour Eiffel s’identifica con la storia della nazione, dilettando il visitatore che dalla sua postazione può distintamente scorgere le anime pulsanti di Parigi: Montmartre, collina del piacere; l’Opéra, tempio della musica e degli affari; il Panthéon, culla del sapere e della sacralità. Nella fantasia di Victor Hugo, buona, pia, generosa – forse troppo –, eccitata da una notte serena, gli apparve una Francia illustre, ricca, pensante, pacifica, cordiale. Una nazione che diffondesse la propria luce su tutti i continenti, inaugurando l’unità della lingua, della moneta, del codice. Questa nazione avrebbe avuto per capitale la magica Parigi, quella che ancora tutt’oggi verte sulla tradizione medievale, quella che mai stanca, della vita e del disordine; quel disordine sempre elegante, chiassoso e dall’aria irrespirabile anche di notte. Il titolo Villa Lumière le derivò dal fatto di essere stata la prima illuminata di notte mediante lampioni a gas. Gli stessi che rischiareranno la sua candidatura come capitale culturale del mondo occidentale, del bien vivre e del divertimento. È qui che si incontrano e si confrontano molte tra le più geniali personalità dell’arte, della letteratura, della musica e dello spettacolo, in un profondo clima di rinascita e di collaborazione che favorisce la sperimentazione e lo sconfinamento verso altri ambiti creativi. Ma cosa soprattutto rende Parigi tanto speciale? Cosa ha da offrire, per esempio, Montmartre per attrarre individui diversi e favorire il prosperare di tante forme dell’Arte? Parigi è, senza dubbio, il luogo in cui ogni artista vorrebbe essere. Cuore dell’edonismo europeo, crocevia e campo di sperimentazione senza eguali, meta di scrittori, musicisti e danzatori provenienti da tutto il mondo: un Eldorado. Qui si cerca la libertà, l’ispirazione. La città, inoltre, offre molte opportunità di esporre: dalle mostre sistemate sui marciapiedi, a quelle nelle gallerie o presso gli studi dei maestri, principali officine di formazione per le nuove leve artistiche. Ulteriori motivi d’attrazione sono un mercato dell’arte in continua crescita, una libertà d’espressione e una tolleranza che non troverebbero in nessuna altro paese. Parigi offre tutto ciò che un artista possa desiderare: Montmartre, una vetta ricca di giardini, di mulini, di orti, di osterie, di monasteri, di clochards, di eremiti, di pittori con i loro esercizi di colore e le loro pazze prospettive. Insomma, Parigi è un fondale, un enorme quadro da guardare e descrivere, un cantuccio di artisti, un magistero delle Arti. È come un’immensa miniera al cui grandioso sfruttamento tutti possono partecipare; un enorme asilo per l’intelligenza universale; un meraviglioso blocco d’appunti che si può sfogliare senza mistero. Mito della inventiva. La città si rispecchia in migliaia di occhi, in migliaia di obiettivi. Non sono solo il cielo e l’atmosfera, non sono solo le réclame luminose dei boulevards ad aver fatto di Parigi la Villa Lumière. Essa vive oggi, come ieri, la sua generosa e magnifica mobilità: sempre più animata dai fermenti del suo tempo, soverchiata dalle immagini di città moderne. Qualche visitatore ha definito la sua monumentalità pedissequamente settecentesca. A questa stupenda vecchiaia Noi non rinunciamo: vi resteremo fedeli, ché vale più di molte sgangherate giovinezze. Paris, je t’aime!

Michele Carucci