Auguri… ma non a tutti

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Al tramonto di quest’anno bisestile che “fatica” a congedarsi, difficile e critico, i miei migliori auguri sono rivolti:

… a un Nobel dato all’Europa; a chi si è infiammato… di rabbia e di benzina; a una città campana di 2000 anni fa decadente e ferita alle falde di un vulcano; alle piazze nostrane, spesso orfane di bandiere e fischietti; a chi viaggia; al contrappasso dantesco dei laureati in materie umanistico-letterarie, costretti a vivere nello Stivale dell’Arte e della Cultura senza mai lavorarci in maniera degna di un Paese civile; al rispetto degli automobilisti stranieri (come è stato scritto 2 numeri fa) nei confronti delle strisce pedonali; a chi se ne infischia dell’ipocrisia rituale di questi giorni di festa; alla politica che purtroppo adesso non c’è ma un giorno, forse, ritornerà; a chi si oppone all’arroganza del potere che invece c’è; a coloro costretti a rimanere in Italia… e a quelli costretti all’estero; a un afroamericano che vince ancora le elezioni e crede che “il meglio deve ancora arrivare”; a chi è salito sulle torri per alzare la propria voce; ad alcune regioni che hanno tremato; a dei personaggi di alcune interviste impossibili; a un Cardinale morto di recente poco incline a terapie accanite; a una Piazza chiamata Syntagma; a chi scrive ancora le lettere; a un magistrato in Guatemala; a un francese “normale” che ha trionfato all’Eliseo; alla nostalgia e ai nòstoi; ai sacrifici di fine mese; a chi studia all’Università; ai bambini inconsapevoli del Medio-Oriente; alla semplicità e purezza del Vangelo; alla lingua italiana sistematicamente stuprata sui social networks; … e ai dialetti sistematicamente ridicolizzati sugli stessi; a Padre Lucio; a chi è vittima, silenziosa, sul lavoro; a una mamma di nome Unione Europea; a chi va ancora a cinema e a teatro; ai morti “per sbaglio”; a un’informazione seria senza censure; alla musica, terapia dell’animo; a Montecorvino Rovella che ne ha molto bisogno; a chi racconta ancora le fiabe ai bambini; agli anticicloni estivi che ci hanno ricordato un po’ di Storia e di Mito; a un’Italia perplessa e disorientata; a chi lavora onestamente; al mare, che perdona quasi tutto; a chi non spera, ma agisce; ai libri e a chi li legge davvero; alla Costituzione, il racconto più bello del nostro Paese; a chi manifesta; … e a chi mantiene civilmente l’ordine; a un Direttore di banca giunto dal Nord e benvenuto nel Sud; ai fumetti; a chi non c’è più ma, forse, ci guarda; al vino e al suo rituale; alla Cultura… delle biblioteche e della terra; a chi si chiede, tormentandosi: “perché i bambini muoiono?”; ai giudici dell’Aquila che hanno duramente condannato alcuni (ir)responsabili; alla mia Valencia; alle opere d’arte impolverate e dimenticate nei nostri musei; … e a quelle magistralmente allestite e visitate nei musei di New York City; a chi detesta “questo” calcio; a chi ascolta ancora i vinili; a chi odia la guerra; a chi va all’estero e non riporta a casa figure di merda; a chi si mette in discussione; a chi invia e ha inviato il suo curriculum vitae; all’Amore; a chi non ha paura della criminalità organizzata; a chi si iscrive al Liceo; a chi lotta contro un male incurabile; a chi non riesce a staccarsi ancora dalle videocassette conservate; agli operai italiani della FIAT; a chi disprezza il fanatismo ambientale, animalista e religioso; a chi è libero; al CittadinoNews e agli amici di redazione.

Vladimiro D’Acunto