Berlin.

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Berlino non è una città da cartolina. Non è il classico modello urbano da antica capitale europea, non offre gli scorci romantici di Parigi né i siti archeologici di Roma. L’estetica berlinese è urbana, ricca di aree ed edifici post-industriali oggi riadibiti a gallerie d’arte, ateliers di ogni sorta e locali musicali.

Quando vengono a trovarmi amici o familiari cerco regolarmente di organizzare itinerari tradizionalmente turistici, ma so che gli stessi non riveleranno a pieno l’anima della città.

Qui l’attenzione può essere catturata dalla decadenza di un palazzo occupato, da un graffito sul tetto spiovente di un edificio, dalla folla notturna che percorre il Warschauer Brücke. O dalla anonima insegna al neon di un chiosco turco sormontato dalla sopraelevata della suggestiva U-Bahn 1, la linea metropolitana che attraversa quello che fu il confine tra l’Est e l’Ovest della città durante gli anni del Muro. Le aspettative che forse è possibile nutrire nei confronti della capitale della Germania, nazione etichettata come efficiente e rigorosa, sono puntualmente tradite da una realtà dinamica e imprevedibile. Le libertà individuali non sono garantite solo dal tradizionale stato sociale tedesco, ma anche da un costo della vita abbordabile e da un contesto giovane e culturalmente vivace. Il rinnovamento, il cambiamento o la semplice sperimentazione sono la linfa vitale di questo luogo.

Da ormai diversi anni Berlino, che come tutta l’intera ex DDR costituiva la parte più povera del Paese, è calamita per giovani, artisti e non solo, provenienti da tutto il mondo. Il flusso migratorio è continuo e a oggi gli stranieri residenti costituiscono il 24,8% della popolazione cittadina. Oltre a porsi come una delle capitali culturali europee, Berlino è terza in Europa e quindicesima nel mondo nella classifica delle città che favoriscono la nascita di Startup. La lingua delle emergenti startup è l’inglese. E’ anche per questo che qui l’intreccio di lingue, culture, e conoscenze accompagna non solo la vita sociale ma anche lavorativa della città. Ma non voglio dipingere questa città come se fosse perfetta, anche perché una metropoli porta sempre con sé un’altra faccia della medaglia.

Su di essa si sono concentrate anche le attenzioni degli investitori immobiliari e molte grandi aziende stanno trasferendo qui le loro sedi. I cantieri aperti sono una costante e l’orizzonte cittadino è puntellato di gru. Il tanto discusso fenomeno della gentrificazione sta spingendo Berlino a forti cambiamenti sociali ed economici, che stanno incidendo sui costi della vita, sul mondo del lavoro e sulla qualità dell’immigrazione. Se qualche anno fa sarebbe stato impossibile trovare uno stage non remunerato, oggi questa sembra essere una pratica consueta. E gli affitti, fino a qualche anno fa tra i più bassi d’Europa, hanno conosciuto un notevole aumento. Nonostante ciò Berlino e la sua identità sembrano voler resistere ad un processo di omologazione, che pare debba accomunare tutti i paesi in questo momento di crisi.

Nel 2004 l’ancora oggi Sindaco di Berlino, Klaus Wowereit (primo sindaco dichiaratamente omosessuale d’Europa), la definì in un‘intervista televisiva “Arm, aber sexy” –  “Povera, ma sexy”. Credo nello spirito di questa città e al momento non sarei disposta a cambiarla per nessun’altra. Vivo e lavoro qui da 3 anni. Mi è stata data la possibilità di mettermi alla prova. Maniche rimboccate e abbandono dell’usanza nostrana della raccomandazione.

Quando mi chiedono: “E con il tedesco? Lo parli, come hai fatto? E’ una lingua troppo dura…”. La mia risposta è più o meno sempre la stessa: “Chiunque può impararlo, l’esigenza che da straniero provi a dover capire quello che ti accade attorno è un incentivo ineguagliabile. Il desiderio di arricchirsi abbracciando una nuova cultura fa il resto”. Berlino non era nei piani, ma a volte qualcuno o qualcosa ti spinge a fare la scelta giusta, quella che riconoscerai essere tale solo con il tempo.

E ad oggi quando qualcuno mi chiede se penso di tornare in Italia, io rispondo: “lieber nicht”.

Danila Riccio