Buon Natale, Firenze!

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“Diluvio chi?” potrebbe essere la risposta (memore di un illustre concittadino) di un fiorentino qualsiasi al quale venga chiesto di parlare del maltempo (o del primo eliminato del talent show di maggior successo della stagione). Nella città dal sapore eternamente medievale, infatti, le alluvioni verificatesi altrove e le “minacce” dei meteorologi, che annunciano “l’inverno più freddo del secolo”, non creano nessuna ombra sulle festività della stagione che sta per arrivare. L’inizio di dicembre, oltre che per la temperatura tutto sommato mite, si contraddistingue per la chiusura della “50 giorni”, la rassegna che per l’ottavo anno riunisce in sé ben dieci festival cinematografici di respiro internazionale: un concentrato caleidoscopico di settima arte che non ha eguali e che permette di vedere il mondo da una prospettiva sempre diversa. Il clima, per ora, sorride al Festival dei Popoli, la cui cinquantacinquesima edizione è ormai in dirittura d’arrivo, ma le previsioni per i prossimi eventi non sono delle migliori. All’appello mancano ancora “River To River” (festival di cinema indiano), “Una finestra sul nord”, che presenta film provenienti dai paesi scandinavi, e il “Premio N.I.C.E.” (che sta per New Italian Cinema Events). Partecipare a tutto ciò che è in programma potrebbe essere dispendioso, sia economicamente che energicamente, ma guardare il mondo attraverso occhi altrui diventa come una droga, un tunnel vizioso nel quale si entra il 29 ottobre e non si esce prima del 14 dicembre.

Piova o non piova, quel che importa è il coinvolgimento e, da questo punto di vista, tra alti e bassi, l’elegante sala del Cinema Odeon (dove avviene la maggior parte delle proiezioni) fa l’effetto di una piccola Firenze. Perché il capoluogo toscano è, come il cinema, adatto a tutte le stagioni. Anche in quella fredda, dunque, i modi di godersi la città non mancano: sin dalla fine di novembre, stand e casette di legno spuntano come funghi in ogni angolo della città, per rimanerci più o meno a lungo e regalare l’emozione non rigorosamente nordica del mercatino. Insuperabile, per dimensioni e originalità, quello tedesco in piazza Santa Croce. Sotto lo sguardo severo di Dante vengono sfoggiati e messi in vendita al pubblico manifatture e manicaretti provenienti per lo più da Oltralpe, in un’atmosfera la cui cornice, protagonisti il freddo serale, gli arrosti e il vin brûlé, è il niveo marmo della facciata della Basilica. Mentre di notte i suoi chiostri, i suoi mausolei e la Cappella dei Pazzi giacciono nel glaciale silenzio che la piazza non potrà di certo sentire, presa dal suo allegro e caldo spirito consumistico-natalizio. Gli addobbi cittadini saranno invece pronti prima dell’Immacolata. Le vetrine dei negozi risplendono già di luci di ogni forma e colore, l’edificio della Rinascente illumina piazza della Repubblica a giorno e tutti i vicoli del centro e le principali vie della periferia brillano già delle luminarie comunali, mai come quest’anno monocromatiche; mentre il maestoso presepe intagliato non ha ancora iniziato a farsi guardare dall’alto dal Battistero, dalla Cupola del Brunelleschi e dal Campanile di Giotto. Accanto a lui, sta per sorgere il grande albero di piazza del Duomo, il cui gemello solitamente si affaccia sulla città dall’angolo più in vista del piazzale Michelangelo.

Da qualche anno a questa parte, infine, il posto perfetto per salutare il nuovo anno in un maxi raduno sembra essere la piazza, elemento di cui Firenze è particolarmente ricca. In almeno cinque piazze cittadine ci saranno spettacoli, cabaret, concerti ed eventi di ogni ordine e grado, anche se i programmi tardano ad essere resi noti: in primis quello del mega-concertone gratuito di Capodanno, registrato ormai come fenomeno di costume da tutti i tg nazionali, che si dovrebbe tenere in piazza della Stazione e del quale si avranno notizie certe solo quando il conto alla rovescia sarà partito.

Un ultimo occhio di riguardo alla beneficenza e… Buon Natale, Firenze!

Chiara De Rosa