CARA SOLE di Lucia Bove

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Vi introduciamo al lavoro di Lucia Bove, una ragazza di quattordici anni, aspirante scrittrice e ricca di potenzialità, attualmente neanche tanto nascoste. Tra i diversi suoi lavori pervenutici, abbiamo scelto di pubblicare il testo di un tema svolto in classe. E’ dunque un prodotto “scolastico”, ma interessante innanzitutto per la padronanza dell’italiano (sia nella grammatica che nella sintassi) e poi per una stimolante riflessione sul suo modo di intendere il ruolo della scrittura, poiché, per nostra sfortuna, diventa sempre più raro leggere di persone che danno un tale valore a essa.

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Cara Sole,                                                                                  Montecorvino Rovella, 12/06/12

è moltissimo che non ci vediamo e non parliamo e questa cosa mi rattrista molto. Anche se so che questa lettera, queste parole, non ti arriveranno mai, voglio sentire di nuovo quella sensazione di calore che sento solo quando ti confido ciò che sento. Come stai? Spero bene. Spero che tu, da quell’estate, abbia conservato quell’allegria e quell’esuberanza che ti caratterizzavano. Ricordi che giurammo di tenerci in contatto? E’ successo per i primi tempi, poi niente.. che peccato. E’ davvero uno spreco aver spezzato un legame come il nostro, così forte e saldo, nonostante il poco tempo che abbiamo avuto per consolidarlo. Io? Oh, io.. lo sai, non sono brava a parlare di me, dei miei sentimenti, anche se tanti sostengono il contrario. Quello che posso dirti è che ho tanti, tanti sogni, come ogni adolescente che si rispetti. Mi ricordo che da piccola, quando mi chiedevano cosa volevo fare da grande, rispondevo le cose più strane: ero convinta di diventare una ballerina, un’ attrice, e poi, a dieci anni, una dottoressa, pediatra per l’esattezza. Ora ho le idee così confuse che nemmeno uno psicologo potrebbe capirci qualcosa; e nemmeno io capisco molto, fidati. Però, se c’è una cosa che mi piace fare, beh, quella è scrivere. Quando scrivo una storia, una qualsiasi, mi ‘teletrasporto’ in un mondo parallelo, tutto mio, in cui sono io la padrona, in cui sono io che decido quello che succede e quello che non succede; e ti assicuro che, almeno per me, è una sensazione magnifica. Molte persone penseranno che è banale sentirsi così per il semplice gesto di sedersi davanti al computer e battere qualche parola, ma per me è davvero qualcosa di unico. Ma ho tante passioni, sai? Come quella per il canto. Eh sì! Il canto è un’altra cosa che mi fa stare proprio bene. E’ una di quelle sensazioni che, una volta provate, non ne hai mai abbastanza ed io, ad esempio, adesso canto ogni giorno, perché mi rende felice. Ho sempre pensato che se nella vita non hai una passione, un qualcosa che ti renda felice solo a parlarne, non vale nemmeno la pena di chiamarla ‘vita’, perché è come una canzone senza parole, solo battiti alla batteria: che emozioni ti da? Personalmente, sentendo solo una batteria che suona un ritmo a vuoto, senza delle parole a riempire quel vuoto, non provo nulla. Come ti dicevo prima, ho molti sogni, alcuni irrealizzabili magari, ma io ci spero lo stesso. Una cosa che desidero è quella di avere un’esistenza felice, senza problemi, mai. Lo so che è un po’ inverosimile, dato che i problemi fanno parte della vita, come la felicità: non puoi evitarli, puoi solo affrontarli a testa alta, gravi o lievi che siano. Tutte queste ‘lezioni filosofiche’ le ho apprese crescendo, testando le esperienze sulla mia pelle, e, se posso dirlo, ne vado piuttosto fiera. Hai presente il proverbio che dice ‘Sbagliando s’impara’? Ecco, secondo me quello è uno dei pochi proverbi che raccontano la verità; perché se ci pensi bene è così: se fai un errore poi cerchi di non farlo più, e quindi impari la lezione. Certo, sono consapevole che ho ancora tantissimo da imparare, e che, come dice una canzone che ho ascoltato di recente, ‘dicono che il meglio cominci ora’; forse è vero, forse la vita ‘vera’ comincia adesso, a quest’età, ed io sono più che impaziente di cominciare ad assaporarla, questa vita. Forse farò un sacco di sbagli, forse la mia vita sarà solo un ammasso di fallimenti; oppure, sarà un successo continuo, o, ancora, sarà un gioco di alti e bassi: chi lo sa’? Infondo è anche questo il bello: non conoscere il futuro. Che gusto ci sarebbe a sapere già quello che accadrà domani? Può darsi che io e te, Sole, ci incontreremo per la strada, domani; o può darsi che dormirò tutto il giorno. Mi ricordo che una sera di quell’estate mi dicesti che avresti voluto avere una sfera magica, per prevedere il futuro; ma poi, il giorno dopo, ritirasti tutto dicendomi: «Ritiro tutto. Voglio sapere da me quello che succederà in futuro.». Gli adulti spesso mi dicono che il nostro futuro dipende solo ed esclusivamente dalle nostre scelte, ma nemmeno con questo sono pienamente d’accordo. Dipende dalle nostre scelte la morte di una persona cara? A volte sì, ma la maggior parte delle volte no. Dipende dalle nostre scelte se non verremo accettati in un’università di prestigio? No, dato che entreranno i raccomandati. E, ancora, dipendono dalle nostre scelte quegli avvenimenti che ci portano a soffrire? No, perché è il circolo della vita, tanto semplice quanto complesso. Beh, forse mi faccio un po’ troppi problemi a pensare a queste cose, ora, ma non posso farne a meno, non posso fare a meno di chiedermi certe cose e quindi voglio condividerle con te, Sole. Spero di non averti annoiata, ma queste sono le cose che penso più di recente, che mi fanno riflettere. Infine, vorrei dirti che non so quello che mi aspetto dal futuro. Se mi dicessero: “Immagina te stessa tra dieci anni.” Credo che, chiudendo gli occhi, vedrei solo buio. Perché non posso immaginarmi tra dieci anni, per il semplice fatto che di cose ne possono succedere tante, in dieci anni. Potrei anche non essere più qui, oppure potrei aver realizzato tutti i miei sogni. Chi lo sa’. Quindi, te l’ho detto, non so ancora cosa mi riserverà il futuro, so solo che voglio viverlo a fondo.

Un bacio, Lucia.