C’era una volta a Montecorvino Rovella

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1991

C’era una volta in un regno lontano: il classico incipit da fiaba che presumibilmente continua narrando le vicende di almeno un paio di nobili o fanciulle povere ma bellissime (eh sì il culto della perfezione estetica viene da molto lontano).
Chiedo però in prestito l’espressione ai vari Andersen e Grimm perché voglio raccontare una storia. Nessun regno immaginario e lontano, ma un paese reale e vicinissimo; nessun nobile ma gente semplice eppure bella. E’ la nostra storia comune, pezzi del nostro vissuto. Un racconto costruito attraverso ricordi lontani, racconti di famiglia, fotografie in bianco e nero, istantanee di momenti passati che sembrano risalire a un altro secolo eppure erano solo 40-50 anni fa.

C’era una volta a Montecorvino Rovella… l’autonoleggio
Dagli anni 60 fino a inizi 80 era particolarmente attivo e vivace il servizio di autonoleggio. In piazza Umberto I erano presenti almeno 5 o 6 “noleggiatori”, autisti che, muniti di una propria vettura, di solito un “pulmino” con 6 o 7 posti, offrivano un servizio di trasporto alternativo a quello pubblico sulla tratta Rovella-Bellizzi-Battipaglia. Gli orari di partenza delle “navette” erano fissati in base a quelli della SITA, in modo da garantire continuità nelle partenze e un buon numero complessivo di corse. Ovviamente era possibile anche prenotare la vettura per occasioni speciali come ad esempio “trasferte” in zone difficilmente raggiungibili, per matrimoni (i genitori degli sposi si facevano carico del costo del servizio per accompagnare gli invitati in chiesa o nei locali), per andare al mare o per gite fuori porta (santuari, terme).
L’autonoleggio rispondeva al bisogno di quei cittadini (moltissimi) che non possedevano mezzi di trasporto, in particolar modo anziani e donne.

La latteria a domicilio

Detto così sembra un servizio di lusso. In realtà era l’unico modo per garantire il latte a tutti in un epoca in cui i frigoriferi erano poco diffusi.
Siamo agli inizi degli anni 60 e la consegna del latte alle famiglie avveniva grazie ai “lattari”, uomini e donne che attraversavano il paese muniti di un bidone portato a mano. Il “lattaro” suonava ai campanelli per avvisare del suo passaggio ma nella maggior parte dei casi bastava semplicemente lasciare un recipiente davanti al portone o in un “panariello”.
I lattari avevano stalle (in centro!) ed erano quindi allevatori e venditori al tempo stesso. La prima latteria a Via Giannone sembra sia comparsa negli anni 70, quando ha cominciato a diffondersi anche il latte della Centrale di Salerno nei vari negozi di alimentari.

L’osteria “La Pergola”

“La Pergola” era una sorta di osteria situata in corso Umberto I. Era una “cantina” ossia un luogo frequentato da soli uomini (off limits per le donne) che vi si intrattenevano per bere vino e mangiare qualcosa. La storia di questo luogo mi è cara in quanto anche i miei nonni materni ne hanno avuto la gestione a metà anni 60. Il nome deriva dalla presenza di un pergolato all’ingresso. “La Pergola” era aperta dalle 9 a mezzanotte (ore piccole per il tempo!); vi si pranzava o cenava con piatti “poveri” ma gustosi come baccalà e alici, frattaglie, interiora ma spesso erano in menù anche piatti più ricchi come pasta fatta a mano, pollo, braciole. C’era anche chi frequentava la cantina solo per bere vino accompagnato da noccioline, tarallini, lupini (rigorosamente acquistati dalla lupinara, ossia una venditrice porta a porta di lupini). I frequentatori delle cantine erano persone appartenenti a tutti i ceti sociali; alcuni ritenevano però questi luoghi ambigui perché ovviamente c’era anche chi alzava un po’ troppo il gomito… ma tutto sommato era un ritrovo, un dopolavoro visto che molti passavano in cantina solo per incontrare gli amici e giocare al tressette, “marianna”, “tuocco”.
La mia famiglia conserva innumerevoli ricordi legati agli anni passati a “La Pergola” e sicuramente tanti anziani di Montecorvino attraverso questo breve racconto ricorderanno la gestione di Guido e Maria.

di Antonella Viola