Ciò che non voglio lo esprimo così

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Mal di testa, dolori addominali, gastrite, ulcera, asma, colite, eczema cutaneo e tanto altro.

Probabilmente leggendo tale riga sarà capitato a qualcuno di voi di pensare: “ Ce l’ho”.

Bene, andiamo a conoscere di cosa si tratta. Molti attribuiscono a tali malattie una base solo ed esclusivamente fisica ma nella maggior parte dei casi non è così. Le malattie elencate, a oggi, fanno parte del vastissimo elenco delle malattie psicosomatiche; danni a livello organico causati o peggiorati da fattori emotivi stressanti o frustranti.   La malattia, quindi, si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio per cui è necessario prestare attenzione, per la cura,  non solo alla manifestazione  fisiologica dell’organismo ma anche all’aspetto emotivo che l’accompagna. 

Ciò che avviene nel corpo ha sempre un suo corrispettivo simbolico nella psiche: alle parole che diciamo corrispondono incrementi o decrementi di alcuni tipi di ormoni nel sangue; alle emozioni che proviamo si associano eventi fisici viscerali, cardiaci o cutanei. I fenomeni corporei e i relativi fenomeni psichici avvengono in parallelo, per cui non è possibile stabilire quale dei due venga prima e causi l’altro. Nel vasto campo delle malattie psicosomatiche vi è però una certa consequenzialità. Un evento, non elaborato, genera una malattia. La causa è da ricercare in un mancato dialogo tra mente e corpo per cui ciò che fa male si rimuove, le emozioni non sono vissute e  i conflitti personali non elaborati. L’errore è pensare che accantonare stati d’animo e pensieri negativi può essere la cura ma è necessario ricordare che non tutto è sotto il nostro stretto controllo. L’uomo è in grado di bloccare il dialogo consapevole tra mente e corpo attraverso vari meccanismi di difesa, ma non può controllare quella che è la comunicazione interna inconscia, per cui un vissuto emotivo è spostato sul piano fisico per essere elaborato. Certo non è semplice vedere la malattia come un’opportunità, come sembra suggerirci la psicosomatica, soprattutto quando si tratta di patologie drammatiche, ma senza dubbio ogni malattia sembra essere l’unico modo che il nostro psico-soma ha trovato per sopravvivere.

Per semplificare la comprensione di tali disturbi sembra utile riportare alcuni esempi. Un’ulcera si manifesta certamente con una lesione alla mucosa gastrica, e va perciò curata con i dovuti interventi farmacologici, ma ci segnala anche un disagio nella manifestazione di emozioni come l’aggressività e la rabbia, suggerendoci allo stesso tempo la via giusta verso la quale condurre un cambiamento interiore. Allo stesso modo l’asma potrebbe derivare da relazioni affettive conflittuali o negative, per lo più collegate alla prima infanzia, difficili da elaborare su un piano consapevole per cui, in particolari situazioni, la “fame d’aria” diviene una risposta appresa e rinforzata che permette di evitare situazioni difficili ottenendo cure e attenzioni. In questo senso tutte le persone incapaci di accedere al proprio mondo emotivo, potrebbero non percepire rabbia, frustrazione o stress per una difficile condizione lavorativa e neppure immaginare una possibile connessione tra la propria ulcera e le emozioni o i vissuti relativi al lavoro. Riflettere sulla malattia psicosomatica è importante poiché molti sintomi si cristallizzano nel tempo divenendo fattori limitanti per le normali attività lavorative e sociali dell’individuo, fino all’isolamento.

Il trattamento prevede l’integrazione tra la terapia medica e un intervento psicologico mirato ad aiutare il soggetto a prendere coscienza delle proprie emozioni originarie per poterle vivere ed elaborare. In questo modo, attraverso la modifica di convinzioni e schemi disfunzionali, si offrono al soggetto anche strategie utili per affrontare il proprio disturbo in modo chi si possa continuare a  vivere grazie ad una perfetta connessione consapevole tra mente e corpo.