Il termine archeologia non indica soltanto lo studio dell’antichità classica, quindi romana e greca, ma si espande a tutto il nostro passato. Così esistono tante archeologie, la già citata classica, quella delle civiltà precolombiane, l’archeologia orientale che si differenzia in altri sottogruppi e tantissime altre ancora. Da questo ricaviamo che qualsiasi studio o ricerca che abbia come oggetto il passato di un popolo è da definirsi archeologia. Probabilmente la più discussa di queste è quella orientale. La definizione precisa è difficile da dare perché, come detto in precedenza, questo tipo di studio del passato si divide in molti sottogruppi a seconda della zona, dell’etnia o anche della religione presi in esame.
Partendo dalla divisione per aree geografiche provo a dare spiegazioni precise della terminologia usata anche se c’è sempre da tener conto di partizioni politico-amministrative sia attuali che antiche. Pertanto da ovest ad est incontriamo il Vicino Oriente, corrispondente perlopiù all’area di lingua araba che va grosso modo dall’Egitto all’Iran, toccando la penisola araba e persino la Turchia. Un chiarimento si deve dare per l’espressione Medio Oriente, usata in genere dagli inglesi e dagli americani per indicare più o meno la stessa area del Vicino Oriente con estensione fino all’Afghanistan e al Pakistan.
Spostandoci ad est, troviamo l’Asia Centrale e il subcontinente indiano. La prima abbraccia tutti quei Paesi che presentano nel nome il suffisso “stan”(=terra di). Quindi Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e parte dell’Afghanistan. Il subcontinente indiano è la terra tra il mare Arabico e il golfo del Bengala, dove vi sono Pakistan, India, Sri Lanka, Bangladesh, Bhutan, Maldive e Nepal. In ultimo, più ad est, l’Estremo Oriente che va dalla Cina al Giappone, inglobando anche il sud-est asiatico.
Dare una spiegazione dettagliata è molto difficile in quanto gli odierni confini sembrano talvolta fatti a tavolino o sono il risultato di continue lotte. Ciò ha causato il malcontento di alcuni popoli, costretti a far parte di un Paese che non li rappresenta e che non sentono come casa propria e pertanto desiderosi di indipendenza territoriale oltre che culturale. Tibetani (di cui si è parlato ampiamente nei numeri precedenti) e curdi solo per citarne alcuni, forse più conosciuti, sono tra questi popoli che rivendicano la loro indipendenza. I primi dalla Cina e i curdi da 5 nazioni quali Turchia, Armenia, Siria, Iraq e Iran poiché la loro regione di influenza e di appartenenza, il cosiddetto Kurdistan, ricade in misura minore o maggiore in tutti questi Paesi.
Ed è proprio di questo che si parlerà nei prossimi numeri, dello studio delle genti e delle fedi che per millenni hanno calpestato il suolo del nostro Oriente.
Fausto Mauro
© Riproduzione riservata