Giornata intensa al Gff, tantissime le persone che sono arrivate per salutare il famosissimo cast di Gomorra.
Lontano dalle classiche fiction sterili e noiose Gomorra rappresenta la svolta, sia per i contenuti che per la regia. Una serie senza censura con interpretazioni forti e attori belli e bravi che hanno raccontato con qualità e onestà una realtà che purtroppo va oltre la serie. Praticamente un prodotto di qualità che fa capire le dinamiche di un territorio corrotto, dinamiche che devono essere conosciute per essere combattute. I messaggi sono veicolati senza preoccuparsi del troppo sangue e della violenza che passa in tv solo perché è proprio questa la realtà.
Di fronte alle polemiche di quanti vedono in Gomorra solo la rappresentazione del male Cristiana Dell’Anna risponde:” E’ vero, noi abbiamo raccontato il male e tante storie negative ma in questo modo ognuno di voi ha avuto la possibilità di conoscere un mondo corrotto da cui dovete liberarvi!”
Molti si sono schierati contro la serie, loro lo sanno, ma non perdono occasione per ricordare che Gomorra è stata una cassa di risonanza molto comoda, usata anche da alcuni politici per i loro scopi, che ha permesso di far luce e in un certo senso “istruire” chi viveva ancora nel buio. In effetti non bisogna avere mai paura delle cose brutte, bisogna conoscerle e guardarle in faccia per riuscire a superarle.
In sala i giurati sono tutti molto incuriositi dal modo in cui gli attori hanno imparato ad interpretare personaggi cosi spietati. Si parla di preparazione psicologica, Fabio De Caro afferma: “Quando ho letto il copione sono rimasto molto impressionato dalle scene. La preparazione del ruolo che dovevo interpretare è avvenuta insieme con il regista, ma la preparazione è finzione, ho dovuto inventarmi da capo per trasmettere l’odio, la morte negli occhi, ma sapevo che era finzione. Più di preparazione psicologica parlerei di preparazione tecnica” .
Più passionale Marco D’Amore risponde:” Come faccio a capire quel dolore, quella sofferenza, dovevo trovare delle strade per farlo e le ho trovate dentro di me. Ho voluto partecipare ad un funerale, toccare la parete dove sarei morto, ho lavorato su me stesso e sulla mia storia, su cose che non posso raccontarvi. A voi spettatori deve interessare il risultato non quello che c’è dietro ma vi assicuro che la mia è stata una vera e propria preparazione psicologica”
Si ritorna al tema del festival, la destinazione.
L’invito del cast è quello di imparare ad andare oltre le cose, senza lasciarsi trascinare dalle polemiche facili e sterili. “Giffoni è l’alternativa al male”, afferma Cristiana Dell’Anna “ quel che frega le persone che vivono in contesti disagiati è il non avere scelta. Quel che fate qui è una grande occasione di crescita, non fatevela scappare”
Il tempo è scaduto, via agli applausi e ai selfie di rito.
Arrivederci Gomorra!