Luca Miniero ha deciso di far rivivere, a modo suo, l’uomo che più ha segnato la storia italiana, un uomo, che ora, è di nuovo al centro dell’attenzione. Ebbene sì, parlo proprio di lui: Benito Mussolini. Una rivisitazione tutta italiana di quella che fu la produzione tedesca “Lui è tornato”, basata sulla resurrezione di Adolf Hitler.

Miniero, calcando la scia del ritorno ai nazionalismi, a cui le estreme destre europee stanno immancabilmente puntando, ha prodotto un film, che, rispetto al suo equivalente tedesco, non è stato visto in chiave parodica, ma con la serietà di un camerata, quasi come se fosse un elogio al non proprio compianto duce.

L’aspettativa era alta, ma, tranne che per qualche battutina originale e l’intonazione di “faccetta nera”, la trama del filone tedesco è stata seguita al punto da poter portare quasi il segno.

La scena (comparsa già nel trailer) dell’anziana signora che parla della derisione iniziale verso le idee mussoliniane , risulta essere estremamente forzata. Il Duce, prima di diventare tale, non era proprio così deriso, anzi. Egli era tanto rispettato e seguito, da potere e riuscire a marciare sulla capitale di uno Stato, senza che nessuno, nemmeno il re, vi si opponesse. Ebbene, se il tentativo era quello di ridicolizzare il Duce, direi proprio che non ci sono riusciti. Forse colpa della poca, pochissima credibilità di Matano nel ruolo di uno pseudo regista senza arte, né parte? Forse la bravura di Popolizio nel vestire i panni di un uomo dalla psicologia così complessa, dai modi di fare del tutto suoi e tanto presente nella storia italiana? Ai critici l’ardua sentenza.