E’ Ermal Meta l’ ospite della seconda calda giornata del Giffoni Film Festival, giunto alla sua 48esima edizone.

Trentottenne, originario di Fier, in Albania, Ermal è una delle penne più illuminate dell’ultimo decennio e delle voci più particolari della musica italiana. Solo negli ultimi cinque anni ha ottenuto per sé otto dischi di platino e sette ori e tantissimi altri riconoscimenti come il “Premio critica Mia Martini” a Sanremo nel 2017, il premio per la miglior cover “Amara terra mia” portata al successo da Modugno ed il premio per il “Miglior Tour” sempre nel 2017. Reso ancora più noto al pubblico per la vittoria della 68esima edizione del festival di Sanremo con la canzone “NON MI AVETE FATTO NIENTE”, in coppia con il suo amico e collega Fabrizio Moro, Ermal conquista il pubblico di Giffoni con la sua dolcezza e il suo carisma.

Si racconta, parla della passione per la musica scoperta a soli quattro anni in un casuale incontro con un pianoforte e della gavetta fatta nonostante i tantissimi no ottenuti da più e più persone. Scrivere per lui è un atto liberatorio, quasi terapeutico, afferma di scrivere per emozionare prima se stesso e poi gli altri, perché senza coinvolgimento personale fare musica non ha senso.

La sua idea è che senza le emozioni la musica non sarebbe nulla, afferma: “Solo in questo modo un marinaio può costruire vele salde che resistono al tempo. Io scrivo quello che penso senza complicare nulla, scrivo con semplicità e canto ciò che sento. Durante le registrazioni non amo fare correzioni, non tolgo i respiri, non amo modificare quando canto perché quella è vita. Quello che canti al momento è vissuto e sentito, quello che poi correggi è pensato”.

Ha iniziato a sedici anni componendo e cantando qualsiasi genere musicale, dal rock al punk, per poi accorgersi, una mattina, che qualcosa non andava. La musica per lui era una necessità, lo scopo era comunicare con gli altri, per questo era necessario cambiare genere. Racconta: “Ho cominciato ad interessarsi al mondo circostante, ai miei amici e ai colleghi, al sociale, ai miei pensieri con lo scopo di creare canzoni che potessero raccontare storie e creare ricordi”.

Da lì i primi album e i primi successi come “Vietato Morire” un inno contro la violenza, vissuta in prima persona durante la sua infanzia, e “Piccola Anima”, dedicata ad una passante dallo sguardo impaurito. Il più bel concerto che ricorda è quello che non ha mai fatto, con gioia racconta cosa è accaduto: “Ha cominciato a piovere e ci hanno dato l’ordine che non potevamo suonare. Lì c’era gente che aveva pagato, allora ho preso una chitarra e ho suonato in piazza per due ore. E’ stato bellissimo perché una cosa del genere non ti capita facilmente, sul palco hai le luci, la distanza, li potevo vedere le persone ed in quel momento ho ringraziato la pioggia”.

Ermal cattura tutti, rassicura le ragazzine emozionate, ogni tanto ci stupisce con qualche battuta in napoletano, e sorride…sorride sempre.
In chiusura spende due parole per i numerosi giovani in sala e per i loro sogni. Chiede a loro di non mollare e di non prestare troppo ascolto a chi dice che non è possibile e non si può fare. Li spinge a studiare perché l’istruzione, la cultura e la coscienza sono bellezza e la bellezza in se racchiude infinite altre parole come il rispetto, la fiducia, la tenacia. Afferma: “Gli alberi giovani siete voi, solo voi con le vostre speranze, potete portare al cambiamento

Conclude con una frase che potrebbe già essere spunto per una sua prossima canzone: “Non fatevi condizionare da nessuno, dai pregiudizi, che fanno male a chiunque ed in primis a noi stessi, l’unica cosa che dovete ascoltare sempre è il battito del vostro cuore, soprattutto di notte”
L’incontro è terminato, via di corsa sull’Aqua Carpet per il bagno di folla mentre noi facciamo tesoro di questo incontro in attesa di qualche nuovo brano che possa farci riflettere ed emozionare.