Indietro nel tempo, viaggio a Costantinopoli (PARTE 3): la basilica di Santa Sofia

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Sostiene Pessoa: “È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo.”
Quale pensiero migliore per esprimere il nostro viaggio immaginario?
E proprio come Ariosto rifiutò l’invito di andare in Ungheria col cardinale Ippolito in quanto preferiva viaggiare con la mente e non fisicamente, così noi ci avvaliamo del pensiero e dell’immaginazione per andare indietro nel tempo.
In questo modo siamo giunti a Costantinopoli, abbiamo attraversato la città, visitato il Grande Palazzo e l’Ippodromo e ci immergiamo ora nella sacralità della basilica di Santa Sofia.
Usciamo dal nostro ostello, raggiungiamo subito la piazza principale (Augustaion) e da qui proseguiamo verso la basilica.
Ce la ricordiamo con i minareti, la mezzaluna di bronzo sulla cupola e tutte le altre aggiunte post 1453, ovvero dopo che gli Ottomani (musulmani) conquistarono la città e ovviamente non la riconosciamo subito ma è sempre lei; abbiamo la fortuna di vedere il volto cristiano della basilica che, fino alla costruzione di San Pietro a Roma, fu la più grande della cristianità.
La basilica fu fatta costruire da Costantino (335), ampliata da Teodosio II (415) e restaurata tra il 532 e il 537 da Giustiniano. Si racconta che la Divina Sapienza (Haghia Sophia) apparve in sogno al figlio del capomastro durante i lavori di restauro sotto Giustiniano e da qui lo stesso imperatore decise di consacrarla alla Divina Sapienza, quindi Santa Sofia. Oltre che sacro, la basilica di Santa Sofia è anche un luogo di incontro sociale e politico: qui parla il patriarca e anche l’imperatore, qui si protesta se le cose non vanno; ecco il motivo per cui all’interno sono presenti molteplici mosaici in cui si mescolano sacro e politico.


Gli imperatori sapevano bene che i loro sudditi erano molto devoti e il fatto di porsi nella basilica al fianco di figure sacre significava aumentare la loro fama e i loro consensi. A tal proposito entrando nella basilica, sulla porta che immette nel nartece è situato un mosaico in cui sono raffigurati la Madonna col Bambino e, ai suoi lati, Costantino con il modellino della città tra le mani e Giustiniano con quello della basilica. (fig.1)
Costantino porta dinanzi la Madonna e il Bambino la sua città, la “Nuova Roma” per consacrarla a lei, non a caso la Madonna è la figura religiosa più importante di Costantinopoli; Giustiniano invece le offre il progetto della basilica affinché lo benedica.La basilica ha un perimetro di 109x80m noi ora ci troviamo nel primo nartece, dobbiamo attraversare il secondo per entrare nel cuore della basilica. Appena entrati, l’incanto ci coglie: le sontuose decorazioni dorate, i giochi di luci e ombre tra finestre e colonne, il numero di volte che crea un equilibrio architettonico tra peso e bellezza. Qui lo spazio centrale è diviso in tre navate e al centro è posta la cupola, retta da quattro pilastri e decorata con 44 finestre. (fig.2)
I materiali per la costruzione provengono da tutto l’Impero e i pilastri in porfido sicuramente dall’Egitto; vi invito a notare i piedistalli su cui poggiano le colonne, sono di diversa grandezza e questo fa capire che le stesse colonne sono di spoglio.
A confermare l’importanza della figura della Madonna, una grande effigie della Vergine col Bambino è posta nella volta dell’abside centrale mentre, sulla nostra sinistra, scorgiamo il gabbiotto imperiale, è da qui che l’imperatore segue la “Divina Liturgia”.Il resto della basilica purtroppo non possiamo visitarlo, il patriarca è andato dall’imperatore per risolvere alcune questioni e non possiamo parlargli per convincerlo.
Oggi il nostro viaggio termina qui, non ci resta che tornare all’ostello, prendere i bagagli e tornare a Roma dove abbiamo lasciato la nostra macchina del tempo.
Vi invito a seguire questa rubrica, ci sono altri interessanti viaggi in programma…sempre nelle capitali dell’antichità!

Fausto Mauro