L’uomo che c’è in te

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In questo periodo di forti discussioni sulla figura dell’uomo e del suo ruolo in questa società, vorrei andare oltre e mettere in primo piano l’essere che c’è in noi. Per scovarlo vorrei “scomodare” la memoria di Leonardo Sciascia e attingere dalla sua saggezza per dividere l’essere umano in: uomini, mezz’uomini, pigliainculo e quaquaraquà. A già, scusa Leonardo – perdonami – ne dimenticavo uno. “L’ominicchio” (Il piccolo uomo) quello più presente tra di noi; quello che trovi negli uffici, nei bar, nelle piazze e nelle strade, a scuola. Dappertutto. Quello dalle mille facce, che sgomita per avere potere, l’arrampicatore sociale, il leccapiedi che sbava sulle prede pronto in ogni istante a divorarle. Quello che preferisce toglierti il saluto anziché chiarire un equivoco. Quello che mangia a tavola con te, ma alla prima occasione ti volta le spalle. In realtà, approfonditi studi, assimilano la sua figura non a quella umana e nemmeno a un grosso mammifero ma a un asino che raglia a cantilena il suo sapere. Infatti l’ominicchio solitamente ha uno spessore culturale abbastanza elevato, ha una spiccata capacità dialettica, ma ahimè è sprovvisto di coglioni. Concedetemi la volgarità. Nei pochi momenti che ritorna “umano” gioca a imitare, ma senza riuscirci, a quelli che ce le hanno ma viene smascherato prontamente dal suo portamento e il suo capo sempre chino su i suoi piedi. E’ raro che ti guarda negli occhi. L’ominicchio è maggiormente eversivo per la società rispetto ai pigliainculo e i quaquaraquà; difatti i primi sono i perdenti, senza dei quali non ci sarebbero vincitori a questo mondo, i secondi sono gli stupidi, per i quali non esiste altro rimedio oltre alla compassione. Lui è quello che tra tutti quelli menzionati da Sciascia non sa vivere al mondo, non ha rispetto per gli altri e per questo esce dalla società e si racchiude in se stesso e ad una malinconia mentale. Appare e scompare obliando quella lotta continua che è la vita, il confronto costante con le persone, la crescita d’animo e di pensiero. Quando compare cerca in tutti modi di aggrapparsi all’amico/a di turno che viene scambiato per la piscina di Lourdes, dove immergersi sperando in un miracolo. A volte trasmette su questi il suo carisma confinante nel mistico e il visionario, poi però, alla prima occasione di confronto con qualche altro essere umano, non riesce a non deriderlo/a. L’ominicchio è una persona paranoica, vive nel suo mondo irreale, in una dimensioni onirica e si perde nelle sue masturbazioni mentali. Oggigiorno bisogna stare molto attenti a questi individui, possono risucchiarti dentro al loro mondo, si rischia davvero poi di aver bisogno di uno psicologo o di un guru per uscirne e quindi non intendo risparmiare i lettori il prezioso consiglio: come difendersi dagli ominicchi. Cari amici, care amiche o semplici conoscenti diffidate dalle facili pietà, dall’empatia, dai falsi sorrisi, dalla gentilezza, che talvolta ci porta ad assimilare l’ominicchio a un vero amico o a un vero uomo perché a lui – all’ominicchio – non interessa niente di te, di cosa fai, di chi ami, di chi sei, del tuo lavoro, della tua felicità o dei tuoi problemi. A lui interessa solo usarti per dar libero sfogo alle sue fantasie oppure raggiungere facilmente un obiettivo preposto. In questo sono insuperabili, sono calcolatori infallibili.

I nostri nonni dicevano “Fattela con chi è miglio di te, e fagli le spese”.

Gennaro Mauro