Ri-dammi un feedback

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L’articolo dello scorso numero si chiudeva con un “continua”: alcune domande sono rimaste senza risposta e in questo nuovo articolo proveremo a darle.
Piccolo riassunto delle puntate precedenti per gli assenti (ingiustificati). Ho notato – a partire dalla mia esperienza personale – la crescita esponenziale di un fenomeno importante che sta cambiando i consumi: la ricerca ossessiva di recensioni. Ogni acquisto o esperienza di acquisto è preceduta dalla verifica in rete di feedback. In questo modo si cerca di evitare di incappare in “sole”: informarci preventivamente sulla bontà di un prodotto è un saggio atteggiamento, proprio di un consumatore attento e consapevole. Ma quando poi gli opinion leaders della rete diventano la nostra ossessione e non compriamo più uno spillo senza prima vedere quante “stelline” ha il suddetto on line, cosa accade?
Semplicemente rischiamo di cadere in una nuova trappola anzi in più di una:
 comprare più del necessario. Ho già 10 rossetti ma se la guru del make up mi dice che c’è il nuovo rossetto della casa cosmetica Z e che è un color rossopomodoromaturo fantastico, imperdibile…come mi regolo?
 Comprare cose nuove, probabilmente inutili. E’ sempre bello sperimentare…ma come mai fino a qualche anno fa vivevano tutti sani e forti senza assumere bacche che vengono dalla Papuasia, alghe dei mari del sud e cortecce da rosicchiare nei tempi morti? Le recensioni ci consentono di ampliare le conoscenze ma generano nuove mode, anche alimentari.
 Comprare cose fondamentalmente non scelte da noi. Ebbene sì, affidiamo agli altri – solitamente a persone che non conosciamo – la scelta di cosa è meglio per noi in termini di prodotto ma anche di esperienze.
Insomma ci informiamo per evitare “la padella”- gli inganni delle pubblicità accattivanti, dei testimonial che ci ammaliano in tv e sulle riviste patinate- e finiamo “nella brace” ossia ci facciamo soggiogare da un’altra forma pubblicitaria, quella di blogger e guru. Questa forma è ambigua. Gli scenari possibili sono tanti e molto dipende da noi. Magari il blogger è onesto e ci dà un buon consiglio; ma sta a noi in non cadere nella dipendenza e correre a comprare ogni cosa che lui “sponsorizza”. Magari non è onesto e viene stipendiato da un’azienda che lo paga per parlare bene dei propri prodotti. E qui è ‘na gran bella fregatura…
Molti blogger dichiarano apertamente quando parlano di prodotti che una tale azienda ha inviato loro omaggio per un test. E questa è una fattispecie interessante che conferma quando sia oggi importantissimo per le aziende “monitorare” questi fenomeni sul web e usarli per fare promozione. Ma chi riceve un prodotto ed è chiamato a testarlo…parlerà mai male di chi gli dà da vivere (pensiamo ai banner pubblicitari presenti sui siti dei blogger in questione, agli spot prima del video su Youtube)? Questo è l’amaro quesito. Alcuni youtubers famosi riescono a dare opinioni negative anche quando ricevono prodotti omaggio ed è un bene, ma si tratta di persone già abbastanza affermate come opinion leader. Quindi: attenzione!!!
Un altro quesito lanciato in sospeso è: “Questa mania è una evoluzione del leggendario passaparola”? La risposta è sì. Il passaparola è da sempre il più efficace nonché economico spot. E anche oggi si conferma il suo primato incontrastato grazie alle diverse modalità con cui si alimenta: canali social (Instagram, Google+, Facebook, Twitter, Youtube) siti e blog (sia di carattere generale – ad esempio “Ciao” sia specializzati per le varie categorie: moda, cibo e cucina, viaggi, cinema, salute e benessere, esperienze, ristoranti, bellezza, ecc.).

 

Antonella Viola