Schein: colori, emozioni e realtà nascoste

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Essendo i colori il tema di questo mese, non poteva mancare, di certo, un videogioco in cui essi sono parte fondamentale. In questo numero parlerò un titolo che mi ha abbastanza incuriosito. Schein, pubblicato il 13 ottobre 2014 da Zeppelin Studios e disponibile gratuitamente su Steam, per Windows, è un puzzle-platform 2D, vincitore di premi videoludici molto importanti a livello internazionale e nazionale in Germania. Sconosciuto a molti, soprattutto in Italia, questo gioco racconta la storia di un uomo partito alla disperata ricerca del figlio perduto. Questa persona, non identificata durante il gameplay, si ritroverà in una misteriosa palude nella quale troverà Irrlicht, un fuoco fatuo, che lo guiderà in questa avventura surreale. Andando avanti nel gioco, incontreremo tre luci di colori differenti: una verde, una rossa e una blu. Ognuna di esse permetterà al nostro alter-ego di vedere cose diverse dalla propria realtà, triste e in bianco e nero, o che a lui sono invisibili. L’emotività assegnata a ciascun colore è palpabile già alla scoperta della prima luce (la verde), alla quale il nostro protagonista reagirà con enorme stupore, venendo a conoscenza di un mondo diverso, di un io diverso, di emozioni diverse, che vengono catapultate nel videogiocatore, facendolo sentire parte viva del gioco. L’abilità del player starà nel saper alternare queste luci, all’occorrenza, per superare enigmi, trappole e ogni marchingegno architettato dagli sviluppatori in questo gioco dalla difficoltà alta. In alcuni casi, non si avrà nemmeno il tempo di pensare a cosa fare, incorrendo in una facile morte. La durata del gameplay, nel mio caso, si aggira intorno alle sette ore totali, sovrastimate, però, a causa delle numerose morti. Le meccaniche di gioco sono ripetitive, dando, purtroppo, una monotonia che diventa stancante. Fortunatamente sono state inserite delle boss battle che riescono a spezzare l’andare costante di questa esperienza videoludica. Il comparto grafico non è nulla di speciale, utile alla fruizione del gioco, minimale nei dettagli, ma con un’atmosfera tra il lugubre e il mistico. Comparto audio di tutto rispetto, con pochi dialoghi e musiche in perfetto accordo con la situazione, unica pecca la ripetitività di queste.

 

Guardando questo titolo si può dire che il mercato indipendente non è così marcio come sembra, anzi è una degna ai giochi troppo facili da affrontare e iper-pubblicizzati dalle software house, offrendo una sfida complessa e cervellotica, che a tratti può rivelarsi, addirittura, frustrante. Cosa importante da sottolineare è la capacità degli sviluppatori nel coinvolgere il videogiocatore anche emotivamente. Gioco, nel complesso, discreto, ma con qualche problemino da risolvere.