Tizio, Caio e Sempronio

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Nel corso di un mio recente viaggio di lavoro in Spagna (precisamente a Valencia) mi sono imbattuto in un’espressione linguistica che finora non avevo mai sentito, almeno su territorio iberico. L’espressione in questione era Fulano, Zutano y Mengano (e in alcuni casi si include anche Perengano) e quando ho chiesto al mio interlocutore cosa significassero questi nomi mi ha spiegato che si trattava di un’espressione tipica per indicare dei personaggi X, non identificati. Un escamotage per chiamare in causa, a titolo di esempio, individui indeterminati conferendo loro comunque dei nominativi. Un “Fulano” è un Qualcuno/a la cui identità non ha importanza e in alcuni casi tale termine è addirittura dispregiativo. Il nome “Fulano” e il suo simile “Mengano” deriverebbero come molte parole spagnole, dall’arabo fulàn/folàn, e man kán = “chi sia”, a loro volta – probabilmente – di radice egiziana. “Zutano” invece deriverebbe dall’espressione latina scitanus, “che sa”, mentre “Perengano” sarebbe la fusione di Perez + Mengano. Insomma, nulla di prettamente scientifico, sono solo ipotesi, caratterizzate dalla loro connaturata fragilità.

Immediato e quasi logico l’accostamento di questi nomi alla nostra versione italiana di Tizio, Caio e Sempronio. Incuriosito dalla conversazione con il mio amico, ho fatto una piccola ricerca di ulteriori espressioni presenti, magari, in altri Paesi. Il risultato è stato abbastanza interessante. Molti Paesi e lingue hanno i loro “Tizi” o “Pinco Pallino”. Attualmente questi nomi si usano per (in)definire nomi comuni qualsiasi, soggetti ipotetici, intesi come esemplificazioni schematiche o discorsive. I nostri innominati italiani ci riportano ad un contesto romano (o addirittura greco: Sempronius, ad esempio è di origine greca), magari si potrebbe pensare persino alla Gens Sempronia, cui appartenevano anche i fratelli Gracchi e dei quali uno era proprio un Caius! Il primo ad utilizzare il trittico “Tizio, Caio e Sempronio”, destinato ad una fama imperitura fu un certo Irnerius, un giurista della metà del XI secolo, magister presso l’Università degli Studi di Bologna. Da Irnerius in poi l’espressione avrà molta fortuna specie nel linguaggio dei glossatori. Nelle opere e nelle fonti giuridiche spesso si trovano, citati a titolo esemplificativo anche i nomi di Filanus e Calpurnius (rincontriamo il nostro già citato Filanus/Fulanus ritenuto di origine araba ma che adesso, invece, potremmo ipotizzare di origine latina!) che però non hanno avuto la fama nel linguaggio corrente dei nostri Tizio, Caio, Sempronio. Nomi che esattamente come i loro cugini spagnoli (e altri transnazionali) rappresentano sinonimi di “persona qualsiasi”, “tali” o “tal dei tali”. In Italia questo famoso terzetto riceve addirittura una specifica e comica “personalizzazione” in diverse regioni.

In inglese l’omologa espressione per indicare qualche personaggio indefinito corrisponde a Tom, Dick and Harry, ma è nota anche la formula Jack and Jill, mentre negli Stati Uniti si usa John Doe o anche Average Joe. I francesi preferiscono riferirsi a Pierre-Paul-Jacques oppure utilizzano l’espressione Pierre ou Paul. In Bulgaria ho avuto modo di constatare con sicurezza che l’equivalente slavo di Tizio, Caio, Sempronio è Ivàn Ivanov, a sua volta derivante dal Russo Ivàn Ivanov Ivanovich.

Concludendo, vorrei soffermarmi brevemente anche sulla formula (spesso utilizzata in tali contesti) “Pinco Pallino” in quanto, nel corso della mia simpatica indagine, mi ha colpito la connessione/somiglianza di Pallino con il suo omologo ebraico pelòn/pelòni che farebbe ipotizzare una radice yiddish se si pensa, ad esempio, al nome ebraico Pinhas che ricorderebbe “Pinco”. A riguardo evidenzio che in cinese l’espressione suonerebbe Pinyin Wúmíng Shì, “Signor (o Signora) Nessun Nome”. Insomma non credo esistano ricerche e studi specifici (o forse, non ne sono a conoscenza), ma una cosa è certa: un’indagine a riguardo sarebbe sicuramente interessante e molto divertente.

Vladimiro D’Acunto