Sembrerebbe che approfondire il senso dei fatti che ci accadono e affrontare il proprio destino ad occhi aperti siano entrambi dei concetti lontani dalla routine quotidiana. Verifichiamo. Secondo l’attuale modello di sviluppo tali concetti filosofici nulla hanno a che vedere con il progresso della nostra civiltà; gli indici di benessere certificati sono: la ricerca tecnologica, la scoperta di nuovi farmaci e la flessibilità nel ri-definire modelli finanziari, economici, produttivi e politici tali da soddisfare questa equazione: + strumenti + salute + soldi = + benessere. Se ciò risultasse falso, a dir del vero, allora siamo un po’ confusi rispetto a cosa dovrebbe essere il benessere per noi. Un’idea o un oggetto che non produce migliorie, anzi, è da considerarsi inutile, uno scarto, quindi un rifiuto. Produciamo rifiuti in tutti i campi: cultura, scienza, società. La quantità abnorme dei rifiuti materiali che produciamo è il riflesso dei valori-rifiuti che sono alla base del nostro sistema di sviluppo. Una vittima di questi valori-rifiuti è il nostro corpo fisico. Aderiamo a canoni di immagine e di estetica propinatici come valori perché “dobbiamo” apparire “belli”; non siamo coscienti, invece, che siamo già belli, dentro e fuori. Dalla perfezione delle mani, dal brillare degli occhi che da soli esprimono una varietà enorme di emozioni e di sentimenti, ai toni della voce e dai brividi della pelle che manifesta paura e imbarazzo ci rendiamo conto che il corpo parla. Anche con i brufoli, le gastriti, le emicranie: un corpo non ascoltato si fa sentire. L’intelligenza del corpo insieme alla sua intrinseca sublime spiritualità si manifestano già nel DNA fino ad esprimersi nelle funzioni cerebrali primitive quali il bisogno di sfamarsi, di riposarsi e di proteggersi dal freddo e dal caldo per risalire alle funzioni evolute, come desiderare la vicinanza di altri corpi per esprimere bisogni di attenzioni, cure, carezze, affetto. Ed ecco l’amore, il primario bisogno di ogni essere vivente. Dall’amore protettivo materno e paterno di cui abbisogniamo fin dalla nascita a quello maturo e responsabile, verso l’altro sesso, indispensabile per divenire adulti completi, il nostro corpo cresce, si trasforma e ci accompagna fedele. E noi lo stressiamo nelle palestre, gli facciamo ingoiare cibi “biologici” e lo curiamo con farmaci inutili. Vero è che appena avvertiamo un dolorino non ci facciamo scrupoli nel zittirlo, il nostro povero corpo! Insomma lo trattiamo come se fosse altro da noi. Non dico di ritornare ad essere dei cavernicoli puzzolenti e pelosi ma trattarci secondo l’ultima moda o perché tutti fanno “così” è sicuramente l’espressione di un’incapacità a sentirci come qualcosa di meravigliosamente unico. Non parliamo poi di quello che facciamo alla nostra povera mente. La riempiamo con catastrofici telegiornali, programmi idioti, strani suoni che dicono essere musica, pubblicità ipnotica, libri inutili: tutte cose piene di vuoto che non alimentano altro che ansia di consumare, consumare, consumare. Informazione spazzatura. I media, e non solo loro, uniformano le persone, le svuotano della loro individualità, nel corpo come nella mente, le riducono a masse (di persone) e la massa è un oggetto, non ha personalità. Ritrovare il senso (tolto e perduto) della spiritualità dell’esistenza e della vita diventa l’unica libertà praticabile per diventare persone autentiche e soprattutto sane. Adesso ti invito a meravigliarti di un tramonto, senza i tuoi occhi, ad inebriarti dell’odore del bosco o del mare senza il tuo naso, a sentire l’amore di chi ami senza percepire il calore della sua mano stretta nella tua. Ad avere un orgasmo senza il tuo corpo. Facci caso, il corpo ti mette in contatto con il Mondo e con l’Altro, con la Vita e con l’Amore. Se non è spirituale lui… Come si può quindi comprendere il senso dei fatti ed avere coscienza del nostro destino se manchiamo di consapevolezza verso il nostro corpo ed i suoi bisogni?