INTO THE MAGIC- GIFFONI FILM FESTIVAL 2017

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Ore 16.00, photocall e blue carpet per uno dei repper più conosciuti della musica italiana.
Clementino si concede ai fotografi, visibilmente impacciato, si muove in continuazione, salta, parla, poi prende la bicicletta, li come sponsor, e corre via per la cittadella mettendo in difficoltà la sicurezza, ma lui se ne frega, vuole sentire il calore del pubblico.
Poi in sala Sordi. Clementino è al Festival come testimonial di un progetto dell’INAL sulla prevenzione e la sicurezza stradale. Accolto con grida e applausi dai più piccoli della giuria, entra urlando “Cia’ Wagliù’” ed è subito urlo da stadio.
La dott.ssa Giovanna Iovino, direttrice sede territoriale INAL, lo fa accomodare e afferma: “ Abbiamo scelto Clementino come testimonial di questo progetto perché lui è giovane, dentro e fuori. Parla con un linguaggio che arriva dritto alla mente e i giovani d’oggi sono in grado di codificare perfettamente i messaggi che lui vuole trasmettere nei suoi testi”
Poi la parola alla Iena White. Clementino, visibilmente frastornato, racconta l’importanza d’essere i primi protettori di se stessi. Ha avuto modo di vivere indirettamente molte brutte esperienze legate ai suoi fans, le racconta ai giurati per evidenziare l’importanza dell’uso del casco e della cintura. Quando parla in sala c’è un silenzio da far paura, sono tutti rapiti. Continua: “Waglù, due miei fans dopo un mio concerto hanno fatto un incidente e sono morti, se avessero indossato la cintura ora sarebbero qui con me. A diciannove anni ho fatto un incidente e se non avessi avuto il casco ora non sarei qui a cantare per voi, per questo ascoltate una testa calda come me e siate responsabili” . Poi chiede di poter cantare. Parte lo spettacolo, regala ai più piccoli ben quattro pezzi. Si confonde tra la folla, scatta selfie cantando, sale sulle poltrone e ci cammina su, le guardie del corpo ancora una volta fanno fatica a stargli dietro.
E’un folle, lo dimostra! E’ scaduto il tempo. Fuori i suoi fans lo aspettano, lui esce e dice: “ Ma che ci fate con la mia foto, sediamoci, facciamoci quattro chiacchiere”, ma il manager lo porta via. Il tempo è scaduto per lui, ma non per noi.
Qui in Cittadella c’è ancora molto da fare.